Chapeau!

Bite&Go meets Gallia e Peter: le opere contemporanee dei giovani artisti in dialogo con i cappelli-scultura di ispirazione futurista | 15 – 20 aprile 2024

Testo di Jacqueline Ceresoli

Ma quale strana idea di arte si sono messe in testa Laura Marelli, dal 1980 titolare e custode della storica maison Gallia e Peter, nata nel 1930 a Milano, e Nicoletta Rusconi Art Projects, ideatrice di Bite&Go con questa originale mostra di 14 cappelli accoppiati a opere di piccole dimensioni di artisti contemporanei?

Dal dialogo tra cappelli-scultura d’ispirazione futurista aperta a molteplici linguaggi dell’arte del presente, nasce una forma non unica di creatività, ma diverse modalità di intreccio tra le arti visive e design, all’insegna della contaminazione e rigenerazione dello sguardo. E quando la moda e l’arte si incontrano in occasione del Salone del Mobile 2024, con la mostra Chapeau!; tutto è Arte del rinnovamento connessa alla vita, aperta a futuri possibili in cui nulla è scontato. D’altra parte, i codici della moda, come ha scritto Umberto Eco sono labili e soggetti a continue mutazioni a seconda dei luoghi e dei tempi, nonché all’usura del conformismo. L’arte contemporanea non invecchia ed è metamorfica per necessità e va al di là di immediate comunicazioni e informazioni del nostro tempo; è un linguaggio soggettivo tendente all’universale, dinamico e carico di significati, simboli con soluzioni formali che dipendono dallo sguardo, dalla sensibilità dei fruitori e dal contesto culturale e sociale in cui si generano.

Nel primo decennio del Novecento, con il Futurismo esplode la modernità rivestita di forme astratto-geometriche dirompenti, dinamiche e coloratissime, soprattutto anticonvenzionali. Balla studia l’abito come stato d’animo, nel 1914 pubblica Le vetement masculin futuriste, del quale esiste una variante in italiano, intitolata Il vestito antineutrale. L’anno successivo con Ricostruzione futurista dell’universo, firmato a quattro mani dallo stesso Giacomo Balla e Fortunato Depero, in cui non si parla di moda e accessori, ma tra le righe si intuisce che tutto è trasformabile per velocità, materiali, novità e coraggio creativo, elementi necessari all’avanguardia. Nel marzo del 1933 compare il Manifesto futurista del cappello italiano, firmato da Filippo Tommaso Marinetti, Francesco Monarchi, Enrico Prampolini e Mino Somenzi, richiamandosi alla indispensabile “rivoluzione dell’abbigliamento maschile”, iniziata con il manifesto di Balla, all’insegna di cappelli policromi e nelle materie più diverse, anche sintetiche e industriali.
Negli anni’80, la moda si lega a revival diversi, in cui il cappello intreccia narrazioni tra arte e design e altro ancora, si pensi a Bruno Munari, Ettore Sottsass e Gruppo Memphis, quando Laura Marelli produce la serie ispirata alla mostra del Futurismo&Futurismo a Palazzo Grassi a Venezia (1986).

Sull’eredità futurista, la mostra milanese, astorica, irriverente e divertente espone artefatti, pezzi unici basati su principi geometrici del movimento d’avanguardia, microarchitetture a forme di cappelli-scultura che messi a confronto per la prima volta con opere di artisti e materiali differenti, suggeriscono dinamici approcci alla lettura del presente. Il trait d’union oltre alla convergenza tra arte e moda, passato e futuro, fa luce sulle attitudini rigenerative della immaginazione, volte a superare meccanismi effimeri e a testimoniare quanto il nuovo consiste nella nostra capacità di creare estetiche, guardando al passato che non passa. Queste opere frutto di sensibilità, esperienza e poetica diverse, dalle forme e funzioni estetiche innovative, integrano il materiale al colore, in maniera dinamica al vorticoso ritmo della modernità complessa e comunque sorprendente.

Sappiamo che la storia è fatta di continuità e di rotture che si succedono in un intreccio complesso, ma in questi cappelli, sculture, disegni, pitture, assemblaggi polimaterici, c’è la storia del nostro sguardo postmoderno che indaga un gusto non omologato alla cultura digitale. Osservando le opere esposte, scopriamo come le forme e il colore hanno cambiato il nostro modo di percepire il mondo.

Seducono anomale coppie e giocose forme libere della creatività, in cui il colore non è solo una sensazione né corrisponde a un gusto personale, ma include sempre aspettative di qualcos’altro, anche quelle apparentemente irregolari, perché la nostra mente è da sempre combattuta tra bisogno di ordine e necessità di infrangerlo.

Questi artefatti presentati come proclami di originalità espressiva, autentiche forme della produzione artistica di ieri e di oggi, viste insieme collaborano al ricongiungimento dell’arte al lavoro materiale all’insegna di una tensione estetica, per immaginare nuove forme di bellezza, di una eleganza interiore che si riflette in ciò che indossiamo e scegliamo per la nostra casa.
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Presenti in mostra:
14 cappelli a firma di Laura Marelli

Sveva Angeletti, Giulio Bensasson, Aaron Bezzina, Manuela Carrano, Giovanni Chiamenti, Michele Chiossi, Martina Cioffi, Alessandro Costanzo, Ilaria Cuccagna, Giovanni De Francesco, Giovanna Ferrero Ventimiglia, Giulio Frigo, Alberto Gianfreda, Franco Guerzoni, Eduard Habicher, Gianni Lillo, Francesco Maccapani Missoni, Guglielmo Maggini, Alissa Marchenko, Camilla Marinoni, Yari Miele, Pierre-Etienne Morelle, Gianni Moretti, Damir Očko, Ozmo, Gianluca Patti, Matteo Pellegrino, Francesca Piovesan, Giusy Pirrotta, Jaime Poblete, Stefania Ruggiero, Vanessa Safavi, Paolo Santangelo, Luca Staccioli, Henrik Strömberg, Studioutte, Devis Venturelli, Tatiana Villani, Lucrezia Zaffarano, Zohreh Zavareh.

INFORMAZIONI
Chapeau!
Bite&Go meets Gallia e Peter
Gallia e Peter
Via della Moscova 60, Milano
Opening 15 aprile, ore 17.00
ORARI
Aperture: dal 16 al 20 aprile, 11-19
www.nicolettarusconi.com/artbite.html
www.galliaepeter.it

Informazioni: info@artbite.it
Federica Gomiero: federica@nicolettarusconi.com
Nicoletta Rusconi Art Projects
Via Guglielmo Marconi 26, 28010 Agrate Conturbia (NO)
www.nicolettarusconi.com