Il progetto Logos rimbalza tra i più vari periodi storici, tecniche artistiche e tecnologie.
Si propone un dialogo serrato tra l'hardware e il software, fra il libro d'artista come oggetto fisico e la sua espansione virtuale nel sito. Questa espansione, che rappresenta l'equivalente di un programma aperto, ma applicato al processo artistico, è l'open source di questo processo stesso.
Quindi il sito è la parte software del libro, la parte condivisa in rete; è la parte immateriale nella sua totale ambiguità, poiché ormai sappiamo che le “nuvole” sono in realtà capannoni di stoccaggio dati molto ingombranti.
La stessa ambiguità è trasposta nella configurazione hardware di Logos.
Il progetto viene esposto in un museo di archeologia creato ad hoc, che cataloga e conserva elementi eterogenei: i simboli disegnati, le lastre incise, il libro stampato in 3D.
Un ironico sacrario accademico della contemporaneità.
Tatiana Villani |